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Infermieri. Bozzi (Ipasvi Ancona): “Un nuovo patto per migliorare le relazioni tra professionisti”

Il "mansionario" e le "competenze". Due parole che devono assumere nuovi significati per il "ripensamento" delle professioni  infermieristiche. È questa la linea da seguire espressa da Marcello Bozzi (Ipasvi Ancona) riflettendo sulla proposta di nuove competenze infermieristiche. 


11 MAG - Tanto fermento e tanta preoccupazione da parte di alcuni per il ritorno (presunto) al "mansionario" dell'infermiere (rivisto nel 1974 e abrogato nel 1999). Da un punto di vista semantico per "mansionario" si intende "l'elenco dei compiti delle diverse categorie di dipendenti di un'azienda o di un ente" (Sabatini - Coletti).

Per gli Infermieri era l'elencazione rigida delle attività/prestazioni consentite; forse era quello che serviva in quel particolare momento storico, tenuto conto sia della formazione dell'Infermiere, sia della tipologie di prestazioni e attività richieste.
Con il passare degli anni il concetto di "mansionario" si è evoluto e ampliato, superando il semplice riferimento ad una serie di attività ben definite, tipico del modello tayloriano, andando a coinvolgere e interessare anche gli aspetti comportamentali e relazionali.

I "mansionari" di oggi sono tra i documenti più importanti di un'organizzazione e comprendono la descrizione del lavoro o di una certa posizione professionale e l'elencazione nel dettaglio ciò che ci si aspetta da chi svolge il lavoro spiegato e sono comprensivi dei doveri principali relativi ad un particolare lavoro o ad un profilo professionale, delle afferenze e relazioni e delle responsabilità.

I punti principali trattati da qualsiasi mansionario sono, generalmente, i seguenti:
• una descrizione della posizione e dei suoi ambiti;
• le funzioni generali della posizione;
• i requisiti da soddisfare e le competenze da possedere per ricoprire la posizione;
• i compiti da svolgere;
• le responsabilità;
• i rapporti gerarchici;
• i dettagli della qualifica.

I mansionari di oggi sono documenti moderni e funzionali, significativamente diversi rispetto ai quelli del passato, dove i professionisti interessati trovano sia gli ambiti e le caratterizzazioni tecnico/professionali del proprio lavoro, sia le modalità di relazione e le aspettative comportamentali legate al ruolo.
E' sufficiente "navigare" un po’ nella rete per rendersi conto di quello che succede in mondi diversi da quello sanitario, dove comunque le necessità organizzative, progettuali, processuali e relazionali sono assolutamente sovrapponibili.

Di seguito viene riportata in forma tabellare l'elencazione di alcuni "mansionari" tratti da alcuni recenti lavori facilmente reperibili nella "rete".
Mansionario Addetto Commerciale
Mansionario Addetto Logistica
Mansionario Addetto Marketing
Mansionario Addetto reception
Mansionario Capo Area Vendite
Mansionario Capo fabbrica
Mansionario Commerciale senior
Mansionario Direttore Acquisti
Mansionario Direttore Commerciale
Mansionario Dir.Amministraz. Finanza e Controllo
Mansionario Direttore Marketing
Mansionario Direttore Produzione
Mansionario Direttore Tecnico
Mansionario Funzionario Vendite Mansionario Impiegato Acquisti
Mansionario Magazziniere
Mansionario Project manager
Mansionario Responsabile collaudi e assistenza tecnica (impiantistica)
Mansionario Responsabile Customer Service
Mansionario Responsabile Logistica
Mansionario Responsabile Magazzino
Mansionario Resp. reporting società collegate
Mansionario Responsabile Risorse Umane
Mansionario Responsabile Sicurezza
Mansionario Resp. sistemi informativi
Mansionario Responsabile stabilimento
Mansionario Responsabile Vendite

Colpisce il fatto che, pur nella diversa strutturazione dei mansionari, dai livelli della linea di produzione ai livelli direzionali, tutti riprendono lo stesso modello e la medesima articolazione (la descrizione della posizione e dei suoi ambiti, le funzioni generali della posizione, i requisiti da soddisfare e le competenze da possedere per ricoprire la posizione, i compiti da svolgere, le responsabilità, i rapporti gerarchici, i dettagli della qualifica, etc.).
L'analisi e la comparazione di quanto sopra riportato con i contenuti del documento "Bozza di Accordo Stato Regioni recante l’ampliamento del profilo di competenze e delle responsabilità professionali dell’infermiere" consente di affermare che il materiale oggetto di discussione non ha alcun tipo di riferimento e collegamento con la moderna concezione di "mansionario".

Risulta più facile rapportare i contenuti del documento (anche perché parte integrante dello stesso titolo), alle competenze e alle responsabilità.
Da un punto di vista semantico è più difficile declinare il termine "competenza".

Il letteratura sono presenti oltre 30 definizioni; in particolare vengono citate:
“Un insieme, riconosciuto e provato, delle rappresentazioni, conoscenze, capacità e comportamenti mobilizzati e combinati in maniera pertinente in un contesto dato” (Guy Le Boterf);
“La competenza è essenzialmente ciò che una persona dimostra di saper fare (anche intellettualmente) in modo efficace, in relazione ad un determinato obbiettivo, compito o attività in un determinato ambito disciplinare o professionale. Il risultato dimostrabile ed osservabile di questo comportamento competente è la prestazione o la performance" (Rosario Drago);
"La capacità degli individui di combinare, in modo autonomo, tacitamente o esplicitamente e in un contesto particolare, i diversi elementi delle conoscenze e delle abilità che possiedono (conoscenza + capacità + qualità e Comportamento) - AA.VV. - Regione Toscana - Glossario della formazione in sanità

Al di là delle numerose definizioni presenti in letteratura è possibile fissare alcuni elementi condivisi e acquisiti nel dibattito:
la natura dinamica e processuale della competenza poiché indica la “mobilizzazione” delle proprie risorse in rapporto ad un contesto e ad un obiettivo da raggiungere e/o servizio da garantire (Le Boterf 1997, modificata);
il significato meta-cognitivo poiché indica un agire combinatorio che converte elementi più semplici in un livello di apprendimento e di funzionamento “superiore”;
il focus sul rapporto soggetto-contesto: ogni competenza è appresa e agita da un soggetto in un contesto;
il suo ruolo crescente e centrale nei modelli e strumenti di intervento nei sistemi organizzativi (gestione per competenze, organizzazione per competenze).

A prescindere dalle affermazioni dei diversi autori, è possibile affermare che la nozione "competenza" deve caratterizzarsi per la presenza di due componenti principali:
• la disponibilità legata alla volontà e alla motivazione da parte di un individuo di combinare un insieme di risorse che possono comprendere variabilmente:
• i saperi - ossia i saperi nel senso di conoscenze dichiarative settoriali e disciplinari;
• saper fare - ossia le capacità o le abilità nel senso soprattutto di metodi lavorativi e di conoscenze procedurali comprendenti schemi d‘azione in forme complesse, capacità cognitive e metacognitive generali (percettive, intuitive, riflessive, analitiche, di controllo, …), capacità di apprendimento e di elaborazione dell‘informazione nonché di ragionamento, capacità di comunicazione e di azione sociale, di decisione e di valutazione, capacità di far capo a risorse presenti e utilizzare risorse disponibili.
• saper essere, ossia gli atteggiamenti inerenti l‘identità personale, sociale e intellettuale strettamente legati a valori.
• la capacità di far ricorso, utilizzare e mobilizzare, combinare attivamente e creativamente le risorse disponibili (conoscenze, capacità e attitudini) in maniera funzionale in contesti e situazioni nella realtà quotidiana.

Pertanto le competenze non corrispondono quindi a una semplice sommatoria di conoscenze, capacità o atteggiamenti, ma all’integrazione complessa di queste componenti che permette alla persona o all’individuo di svolgere compiti, affrontare situazioni problematiche, prendere decisioni e valutare il proprio agire (autovalutazione).
La "Bozza di Accordo Stato Regioni recante l’ampliamento del profilo di competenze e delle responsabilità professionali dell’infermiere" riporta nella parte introduttiva, con grande rigore, i riferimenti normativi e le motivazioni della proposta, in particolare:
relativamente agli aspetti normativi
• il D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502. recante "Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421";
• il D.M. 14 settembre 1994, n.739, "Regolamento concernente l'individuazione della figura e relativo profilo professionale dell'infermiere" e il D.M. 17 gennaio 1997, n.70, "Regolamento concernente l'individuazione della figura e relativo profilo professionale dell'infermiere pediatrico";
• la legge 26 febbraio 1999 n.42, recante Disposizioni in materia di professioni sanitarie";
• la legge 10 agosto 2000 n. 251 "Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica";
• il riparto di competenze fra Stato e Regioni, così come delineato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, che ha modificato il Titolo V° della Costituzione.

Relativamente alle motivazioni il PSN 2012-2014, la cui proposta è stata approvata dalla Conferenza Stato-Regioni, al punto 1.6 prevede lo sviluppo di nuove competenze e responsabilità da parte delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, consolidando quanto già in atto nel nostro Paese ed uniformandosi così agli altri sistemi europei;
la richiesta inoltrata dalla Commissione Salute per il tramite della Regione del Veneto, coordinatrice della stessa, all'attenzione del Ministero della Salute con nota prot. 458704 del 5/10/2011 di avviare un tavolo congiunto per la verifica dei profili professionali sanitari esistenti in un ottica di ampliamento delle competenze dei professionisti;
l'espressione del Ministero della Salute in merito alla necessità di ampliare le competenze dei professionisti della sanità e tenuto conto dell'accorpamento delle figure dell'infermiere e dell'infermiere pediatrico, nonchè la costante e profonda evoluzione nei settori scientifico, epidemiologico, demografico, formativo/professionale nonché lo sviluppo dell'informatizzazione e delle tecnologie con conseguente rimodulazione dei processi assistenziali e organizzativi in ambito sanitario e socio sanitario.

Relativamente alle caratterizzazioni del dettato normativolo sviluppo delle competenze e delle responsabilità professionali dell'infermiere, anche a seguito di ulteriore formazione complementare e specialistica (Art. 1);
le aree di intervento (Art. 2 - area delle cure primarie, area critica e dell’emergenza-urgenza, area chirurgica, area pediatrica, area salute mentale e delle dipendenze), comprendenti le caratterizzazioni disciplinari e le competenze richieste per ogni specifica area;
la formazione (Art. 3) con due interventi mirati:
- il primo finalizzato a definire/sviluppare/attivare percorsi formativi complementari post laurea, su programmi definiti e condivisi tra gli Enti interessati, da realizzarsi in strutture del SSR;
- il secondo finalizzato alla rivisitazione dei piani di studio dei Corsi di Laurea di I e II livello, tenuto conto sia delle necessità del sistema, sia dei nuovi bisogni della popolazione, sia dei cambiamenti che hanno riguardato complessivamente la formazione e la cultura dei professionisti infermieri.

I contenuti riportati evidenziano in maniera inequivocabile che si tratta di una proposta di rivisitazione delle competenze infermieristiche (sicuramente migliorabile - si tratta solo di una base), finalizzata a meglio definire gli ambiti di intervento e i saperi necessari, ai singoli e ai gruppi (professionali e multi-professionali), per assicurare l'adeguatezza e l'appropriatezza delle prestazioni e degli interventi assistenziali, nonché la garanzia e la sicurezza (a pazienti e operatori).

Di grande rilevanza è il richiamo alla formazione in quanto anche i documenti comunitari inerenti la formazione dei professionisti della sanità, specificamente nelle parti di approfondimento riguardanti i "descrittori di Dublino", evidenziano con particolare enfasi la necessità di integrare i contenuti relativi alle competenze di base, alle competenze trasversali, alle competenze tecnico-professionali e alle competenze essenziali, con le competenze caratterizzanti specifici ambiti e contesti non inseribili negli aspetti di carattere generale.
Il possibile pensiero ad un "mansionario", ovviamente in chiave di lettura moderna, in linea con i contenuti tratti dalla letteratura più recente, potrebbe essere di aiuto non tanto per la definizione del perimetro delle azioni professionali proprie, quanto per una migliore definizione (e condivisione) delle relazioni e dei rapporti tra le diverse figure professionali, per ogni livello delle articolazioni organizzative (anche nel rispetto dei contenuti dell'Art. 8 del CCNL dell'area della dirigenza SPTA), per le ripercussioni su tutto il sistema relativamente ai ruoli e ai livelli di responsabilità.
E potrebbe essere anche l'occasione (finalmente) di prevedere dei riconoscimenti "di ruolo" e di inquadramenti economici abbinati alle caratterizzazioni professionali (contesto / attività / competenze / etc.), superando la genericità di oggi.

 Marcello Bozzi
Consigliere Collegio IPASVI Ancona
Direttore Area Scienze Infermieristiche e Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie, Azienda Ospedaliera Universitaria - Siena 


Tratto da QuotidianoSanità

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