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Oltre il 20 per cento di infermieri inabili: in crisi anche il 118 e il Pronto soccorso

PORDENONE - Lavorare in corsia ... fa male. Ma c’è qualcuno che ritiene che una parte delle "inabilità" degli infermieri siano state rilasciate con troppa facilità. Con il prossimo anno in tutte le strutture sanitarie nazionali, e quindi anche a Pordenone, potrebbero partire una sorta di controlli per la verifica delle prescrizioni. «Lo abbiamo saputo - spiega Pierluigi Benvenuto, responsabile provinciale Funzione pubblica della Cgil - e il provvedimento dovrebbe essere associato alla legge di Stabilità in discussione a Roma. Abbiamo chiesto lumi all’Azienda ospedaliera, ma ci hanno risposto che non sanno ancora nulla. In ogni caso noi vigileremo attentamente perchè questo è un problema serio».

C’è subito da dire che il 20 - 25 per cento dei circa mille e 400 tra infermieri, operatori socio sanitari e tecnici di laboratori che operano nell’Azienda Ospedali riuniti dell’area vasta pordenonese, hanno una prescrizione medica. Trecento dipendenti che non possono svolgere il lavoro per il quale sono stati assunti e sono stati "trasferiti" ad altre mansioni.

In alcuni casi le inabilità hanno messo in crisi interi reparti rimasti senza personale sufficiente, in particolare il 118, Medicine, Pronto soccorso. Una parte ha inabilità parziali e temporanee, un’altra, forse quella più numerosa, ha invece limitazioni permanenti. La maggioranza dei casi è legata a dolori alla schiena, ernie alla colonna o al rachide che di fatto ne limitano le mansioni.

La prescrizione più importante prevede l’inidoneità a muovere, pur con l’ausilio di sollevatori, i malati a letto (operazione che in gran parte svolgono gli operatori socio sanitari) o a spostare carichi pesanti. Una parte minore delle prescrizioni interessa anche chi opera nei laboratori e può sviluppare sensibilità o addirittura allergie ai prodotti chimici. Una volta eseguiti gli esami diagnostici il dipendente si fa visitare dal medico aziendale che stabilisce l’eventuale limitazione. Se non viene accettata il dipendente può rivolgersi alla commissione Medicina del lavoro. Chi viene giudicato non più abile deve essere trasferito (anche di reparto) a mansioni meno pesanti. Dalla corsia si passa agli ambulatori o in segreteria. A Pordenone da circa un anno viene fatto un piano di lavoro individuale per mettere in sicurezza il dipendente, ma anche per non sguarnire i Servizi.

Ora con i soldi ridotti al lumicino, la spending review che bussa a tutte le porte, si cerca di recuperare il personale "inabile" sottoponendolo a nuovi controlli. «Non escludiamo che qualche furbetto possa esserci - taglia corto Benvenuto - ma da noi chi è stato giudicato non più idoneo a certe mansioni ha sicuramente problemi di salute».

di Loris Del Frate

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