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CONCORSO INFERMIERI ANNULLATO A NOVARA





Oltre un anno e mezzo di attesa per duemila infermieri in cerca di un posto fisso: tutto inutile. L’Asl di Novara alla fine ha revocato il concorso pubblico che aveva indetto il 1° febbraio 2012, al quale, a fronte di 4 soli posti da assegnare, erano arrivate ben 2004 domande di partecipazione di cui 146 dall’estero, e ne erano state ammesse 1975.

Contestualmente era stato emesso anche un avviso per soli titoli per assumere a tempo determinato 5 infermieri, al quale erano pervenute altre 1430 istanze: revocato pure quello.

Le ragioni dell’enorme ritardo e poi della cancellazione delle prove selettive non sono quelle riferite nel marzo scorso dalla direttrice amministrativa Simonetta Rizzolio, secondo la quale si doveva verificare, dopo la riconversione del presidio di Arona, se perdurasse la necessità di assumere infermieri: «Se a conti fatti - aveva detto - risulterà confermata una carenza, faremo ripartire il concorso».

Non era così, come tutti avevano capito da tempo: gli infermieri servono, mentre le ragioni per cui il «concorsone» non partiva mai erano altre, dovute alle difficoltà tecniche e alle ingenti spese necessarie per gestire una selezione di queste dimensioni.

La delibera di revoca lo ammette chiaramente: una «prima valutazione dei costi» indicava circa 8 mila euro per convocare con raccomandata tutti i candidati, più 5500 per affittare un palazzetto dello sport in cui celebrare la prova scritta e quella pratica, più altri 9075 più Iva per attività di supporto tecnico da affidare a una società esterna specializzata. In totale circa 25 mila euro: troppo. Meglio revocare tutto - con buona pace delle spese fin qui sostenute e del lavoro svolto dagli uffici per l’esame e l’ammissione delle domande - e trovare un’altra soluzione.

Ad offrirla è stata l’ospedale Maggiore, che in questo periodo sta per partire con un proprio concorso pubblico per infermieri e ha offerto all’Asl di aderire alla procedura dividendo le spese, preventivate in 27 mila euro. Una strada che «comporta un consistente risparmio, sia economico sia di risorse organizzative». Tanto più che al nuovo concorso aderisce anche l’Asl di Vercelli e quindi i costi saranno da ripartire in tre. E pazienza per i duemila che avevano raccolto pacchi di documenti, li avevano inviati all’Asl e poi erano rimasti in paziente attesa: fatica sprecata, ora tocca ricominciare da capo. Ma almeno senza «ulteriori oneri economici, considerando la modalità telematica adottata» dal Maggiore.

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