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Bimba muore a Roma per il posizionamento di un CVC.


Sette indagati per la morte della bambina di due anni nel policlinico di Tor Vergata di Roma. Era ricoverata per un trapianto di midollo.

Dalle prime ricostruzioni sembra che il decesso sarebbe legato ad un errore nel corso del posizionamento di un catetere centrale. La manovra sbagliata avrebbe reciso una vena e ciò avrebbe provocato il "collasso" di un polmone letteralmente invaso di sangue, come confermerebbe una radiografia.

Nonostante ciò la piccola sarebbe stata portata al reparto e lì circa tre ore dopo avrebbe subito un arresto cardiocircolatorio. L'intervento, per il posizionamento di un catetere, sarebbe durato 3-4 ore invece degli usuali 40-60 minuti. Secondo l'autopsia, un errore del chirurgo o l'utilizzo di un catetere troppo grande avrebbe portato alla rottura della vena, con conseguente collasso del polmone. Da qui l'arresto cardiaco e il blocco respiratorio che ha portato alla morte della piccola. I Nas hanno sequestrato macchinari e strumentazioni usati in sala operatoria.

La radiografia eseguita subito dopo l'intervento, alle 14 di mercoledì, avrebbe forse consentito di salvarle la vita. Invece la sua sarebbe stata un'agonia durata ore. Circostanze che troverebbero riscontri nel racconto del padre della piccola: sua figlia, spiega, era uscita alle 13,30 dalla sala operatoria. L'intervento doveva durare 40 minuti e invece si è protratto per "oltre 4 ore". Secondo l'uomo, le lastre della bambina sono state lette in ritardo perché "i medici erano in pausa pranzo". E' stato dopo una successiva analisi che "hanno rifatto le radiografie e si sono accorti di una emorragia in corso".


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