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L'Infermiere di notte | di Pierluigi Stefanizzi


INFERMIERE - Sono le 4.30 del mattino di una notte relativamente tranquilla, quando faccio uno dei miei soliti giri extra con cadenza di 30 minuti circa, per controllare i miei pazienti.
Entrando in una stanza, mi avvicino ad una delle due pazienti, alla quale poco prima, su prescrizione medica avevo somministrato un flacone di Paracetamolo da 1gr. (per algie dell'arto in cui 2 giorni prima aveva subito un intervento) la quale mi riferisce di avere una sudorazione profusa.
Io, infermiere, insieme al medico cerchiamo di tranquillizzarla dicendole che fosse solo un effetto dovuto al Paracetamolo. Il medico ritorna in stanza medici, per continuare il suo lavoro, ed io continuo il mio giro dei pazienti...dopo circa 10 minuti, i miei circuiti cerebrali sembrano attivarsi...ritorno dalla paziente ed inizio a rilevare i parametri vitali: ipertensione, tachicardia, sudorazione profusa e nessun altro sintomo...decido di fare subito un ECG ed un prelievo per enzimi cardiaci ed inviarli rispettivamente a refertare ed avviso il medico di guardia del mio operato a carico della paziente.
Dopo poco otteniamo i rispettivi referti. Dall'ECG si evince un sopraslivellamento  del tratto ST e dagli enzimi un valore di troponina superiore a 7,8 ng/L. La paziente era in uno stato acuto infartuale. (N.B. La paziente non avvertiva nessun segno tipico!).
Da ciò, insieme al medico ci adoperiamo speditamente.
Lavorare di notte, per l'infermiere, è difficile, non solo perché ci obbliga a stare svegli quando il nostro organismo ci chiede di riposare ma perché la nostra performance psico fisica cala in modo importante.


In linea generale è noto che l'infermiere,  lavorando di notte può avere il proprio ritmo "Circa Diem" alterato e che questo aggrava la fatica e può avere un effetto negativo sulla salute del paziente, indipendentemente ad altre condizioni come lo stress lavorativo e i carichi di lavoro.
IL RIPOSO: Il riposo dopo una notte di lavoro tende ad esser più breve del riposo notturno abituale portando ad un debito di sonno cronico e anche la qualità del sonno è peggiore con una riduzioni delle fasi REM.Quali possono essere le possibili soluzioni per l'infermiere?- Migliorare la qualità del sonno;- Caffeina ed altri stimolanti possono migliorare la performance dei lavoratori durante le ore notturne come evidenziato in diversi studi,  ma esiste qualche preoccupazione quando il loro uso diventa abuso (Sconsigliato).


Diversi possono essere i fattori che influiscono sulla performance dell'infermiere:
Il SONNO: la mancanza di sonno porta a tempi di risposta più lenti, deprime il tono dell’umore e riduce lo spirito di iniziativa;



- Turni meno lunghi (Turni regolari: mattina, pomeriggio, notte, smonto e riposo. Magari evitando rientri per mancanza di personale);




- Luci sul lavoro (anche se sarebbero in contrapposizione al riposo sacrosanto dei pazienti);


-Riposo Pomeridiano prima del turno di notte;



Considerazioni personali


Questo argomento di cui oggi vi ho parlato è sicuramente molto delicato, in quanto non siamo abituati a parlare delle nostre difficoltà, ma è scontato che il turno di notte è molto delicato ed aumenta la possibilità di commettere errori ma soprattutto sottovalutare situazioni importanti, ma averne coscienza di questo è già un ottimo punto di partenza.

Stanchezza e fatica non possono essere completamente evitati, ma solo un'adeguata organizzazione (turni regolari, riduzione dei carichi di lavoro, personale sufficiente, ecc..) limita i potenziali errori.

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