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Veneto: visite di notte, gli infermieri minacciano l’astensionismo


VENEZIA — Agitazione in merito alle visite notturne volute dal governatore Luca Zaia per smaltire le liste d’attesa e ormai adottate da tutte le Usl, secondo una sperimentazione programmata da oggi al 31 dicembre. Il problema è la retribuzione extra di infermieri e tecnici di radiologia, dai quali le aziende sanitarie devono retribuire ore in più rispetto all’impegno istituzionale, per garantire il nuovo servizio. Ma mentre per i medici il compenso, 100 euro lordi l’ora, è ufficiale e uguale in tutto il Veneto in virtù di un accordo firmato da Regione e sindacati il 12 giugno scorso, per il comparto è un caos. Ogni Usl paga quello che vuole per i medesimi servizi, secondo tariffe variabili dai 50 euro lordi per due prestazioni all’ora di Venezia, ai 50 all’ora di Vicenza (senza limiti), dai 38 concessi a Padova fino ai 40 di Rovigo. I sindacati sono sul piede di guerra, minacciano di far saltare tutto se non si arriva a una soluzione omogenea. 
Va ricordato, dicono i Sindacati, che quest’ impegno viene assunto su base volontaria da medici, infermieri e tecnici, che quindi possono effettivamente tirarsi indietro. 

«Ci dev’essere una rivalutazione del lavoro notturno, come avviene per i festivi, non può essere pagato come il normale orario diurno. Inoltre va stabilito un tariffario uguale per tutti, il comparto non è da meno dei medici. Non è interesse di nessuno avere in corsia personale scontento e non ci possono essere figli e figliastri andando a  verificare le disomogeneità e si interverrà.



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