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ROMA: salgono a 20 gli indagati per la morte del neonato dello scorso giugno.




Sono 20, sette medici e 13 infermieri, gli indagati per la morte del neonato avvenuta nell'ospedale San Giovanni di Roma il 29 giugno scorso a causa della somministrazione di latte per via endovenosa. L’iscrizione dei 13 infermieri  nel registro degli indagati risulta necessario per ricostruire i fatti e per risalire alle singole responsabilità. Per questo tutti e 20 devono essere interrogati a breve. Fino a ieri erano iscritti, per omicidio colposo, solo i sette medici. I medici e gli infermieri coinvolti erano tutti in servizio nel reparto di neonatologia quando al piccolo, per un errore, è stato somministrato il latte con la flebo.

L’indagine dovrebbe chiarire le cause esatte della morte, la dinamica dello scambio con la soluzione fisiologica ma anche i motivi del ritardo nelle comunicazioni all’autorità giudiziaria. C’è da capire come mai ci sia stato un buco di quattro giorni.

È durata sette ore l'ispezione presso l'Unità operativa di Terapia intensiva neonatale dell'Azienda ospedaliera San Giovanni di Roma, disposta dal Ministro della Salute, Renato Balduzzi, in seguito al decesso del neonato. Gli ispettori, in particolare, rilevano lacune nella cartella clinica del neonato, confermano l'avvenuto scambio di tubicini che ha portato alla morte del piccolo e fanno anche riferimento all'emergere di elementi che sembrano indicare la volontà di nascondere quanto avvenuto. Gli ispettori confermano che ciò che si è verificato è stato lo scambio tra il catetere enterale (via orale o gastroenterica) e quello parenterale (collegato alla vena).
Il personale infermieristico ha segnalato l'accaduto al personale medico, come risulta dalla cartella, con riferimento allo scambio avvenuto. Nel pomeriggio il bimbo ha presentato un progressivo peggioramento delle condizioni di salute. Alle 4,35 del 29 giugno il neonato è deceduto.
Nella relazione si legge di redazione “lacunosa” della cartella clinica: Il criterio della temporalità nella scrittura della documentazione sanitaria non viene rispettato poiché  mancano gli orari. Inoltre si denuncia la presenza di cancellature e modifiche non sempre chiaramente identificate.

Si rileva la presenza di incubatrici obsolete, numero limitato del personale sanitario addetto e inadeguata organizzazione e gestione del personale. Gli ispettori denunciano pure l'assenza di procedure e protocolli diagnostico-terapeutici adeguati.

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