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PAZIENTE PSICHIATRICO UCCIDE LA DOTTORESSA CHE LO AVEVA IN CURA




E' successo al SIM (centro di igiene mentale) di Bari. Una dottoressa è stata uccisa questa mattina con 28 coltellate. La polizia ha già fermato il presunto assassino, un uomo di 44 anni con suo assistito. Il paziente, sembra anche con problemi di alcol e droga, è stato bloccato a fatica da uno degli infermieri presenti nella struttura, dove si trovavano anche tre medici. Quando sono intervenuti nell’ambulatorio allertati dalle urla della vittima, per la psichiatra non c’era più nulla da fare.

Sarebbe un tossicodipendente che voleva soldi l’uomo che stamani ha ucciso a Bari la psichiatra Paola Labriola nel centro di salute mentale di via Tenente Casale. Secondo quanto riferito da un collega della vittima, l’uomo era in cura per le sue patologie in un centro analogo del quartiere San Paolo. Secondo quanto si è saputo finora, dopo essere passato verso le 7 del mattino dal suo centro di riferimento, e avendolo trovato chiuso, l’uomo si è recato nella sede della circoscrizione Libertà pretendendo di avere soldi ma è stato allontanato. Ha quindi raggiunto il centro di salute mentale nella vicina via Tenente Casale dove pare che si fosse recato altre volte in passato, avanzando la stessa pretesa alla dottoressa Labriola. Al rifiuto della psichiatra, l’uomo l’ha aggredita accoltellandola a morte con un vecchio coltello da cucina che, probabilmente, si era portato da casa.

Stando a una prima ricostruzione, stamane il medico era impegnato in una serie di visite ai pazienti del Sim del quartiere Libertà, quando è stata colpita numerose volte alle spalle. L’uomo, subito fermato, è stato portato in Questura. Il paziente è stato bloccato a fatica da uno degli infermieri presenti nella struttura, dove si trovavano anche tre medici. Quando sono intervenuti nell’ambulatorio allertati dalle urla della vittima, per la psichiatra non c’era più nulla da fare. Sul posto sono ancora in corso i rilievi della polizia scientifica e del medico legale. A quanto pare la professionista sarebbe stata colpita una trentina di volte con un coltello da cucina con una lama affilata lunga una dozzina di centimetri. Un fendente, forse quello mortale, l’avrebbe attinta alla gola. La psichiatra da venti anni era in servizio presso le strutture di Igiene Mentale della città.

«Un problema in aumento, sottostimato e che non gode assolutamente della giusta attenzione da parte dei politici». Così Mario Falconi, presidente del Tribunale dei diritti e dei doveri del medico (Tdme), denuncia il fenomeno delle aggressioni ai danni dei medici, «in crescita anche a causa della crisi, della riduzione delle prestazioni sanitarie e del fatto che le persone sono sempre più esasperate. Chi lavora nei centri di Igiene mentale è chiaramente più a rischio, il paziente con problemi psichici può sempre “scoppiare” da un momento all’altro - dice Falconi - ma ugualmente in pericolo sono anche i medici addetti ai dipartimento di Emergenza-urgenza, dove c’è maggiore affollamento e le persone pensano sempre che il loro problema sia più grave di altri e per questo perdono le staffe facilmente. Personalmente sono molto arrabbiato con i nostri politici, che di fronte a un fenomeno di questa portata non muovono un dito».




Fonte: LA STAMPA.it - cronache

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