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Allarme precari sanità: sono in 35.000 - Due terzi sono Infermieri

Due terzi sono infermieri, il 69% è donna e 26mila lavorano nelle Asl.
Secondo la Ragioneria Generale, i precari della sanità (che un decreto legge ora in Commissione alla Camera, dovrebbe riuscire a stabilizzare) sono 35mila, nel 69% dei casi si tratta di donne e, in gran parte, del Sud. Circa due terzi sono infermieri con contratti a tempo determinato, mentre 4.000 i lavoratori interinali.
Secondo i dati del 2011, la maggioranza lavora nelle Asl (circa 26mila), 1500 negli Irccs, a cui vanno aggiunti i precari “a gettone”, pagati a singola prestazione.

Tutte queste forme lavorative hanno un solo comune denominatore: nessuna tutela per malattia, pensione e liquidazione, rischio di mancato rinnovo del contratto. 
La precarietà nel lavoro sanitario riguarda soprattutto regioni come Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, con un personale che, paradossalmente, presta servizio nei pronto soccorso e al 118, ovvero ricopre servizi essenziali per i cittadini. 
Qui, è soprattutto la fascia di professionisti over 35 ad avere la peggio con la conseguenza di intere generazioni di giovani laureati che non fruiranno della trasmissione di conoscenze da quella passata, il che comporterà un invecchiamento del personale ed una minore sicurezza nelle cure.  


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