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ANCORA INFERMIERI E MEDICI CONDANNATI PER FALSE TIMBRATURE




In un era nella quale la disoccupazione ed il precariato sono quasi il premio per anni di studio in Università, dopo esami e tempi di tirocinio snervanti, siamo di nuovo costretti a pubblicare un articolo denunciando “il Fannullismo” di alcuni nostri colleghi. Ricordiamo a chi lavora e che magari ha un contratto a tempo indeterminato, che fuori dalla propria porta di casa, un PICCOLO gruppo di 25.000 infermieri disoccupati aspetta una possibilità di futuro, “onesta” conclusione di una trascorso scolastico ed universitario ricco di difficoltà e sacrifici di ogni genere (viste le abnormi tasse universitarie italiane).

Succede a Livorno, dove oggi il Giudice Marina Cirese ha condannato due medici e due infermieri ad un anno di reclusione ed una multa di 600 euro, tutti colpevoli nell’ASL 6 di Fiorentina di truffa ai danni dell’azienda. Timbravano in pratica anche col cartellino dei colleghi aiutandosi a coprire le eventuali assenze o ritardi.

Ora, non per essere eccessivamente polemici, ma, in un palcoscenico nazionale dove i reparti di degenza sono ormai al collasso, i DEA infuocati anche con episodi di violenza da parte dell’utenza, liste d’attesa lunghe chilometri ed un assistenza a volte totalmente inadeguata alle esigenze, in considerazione del fatto che difficilmente i colleghi che lavorano in queste realtà possano permettersi il lusso di “assentarsi” dal servizio, si può ancora pubblicare articoli di questo genere?

Dopo quattro anni di udienze si è arrivati alla sentenza di primo grado...magari tra un po’ aspetteremo la prescrizione del reato!!! Sentenza arrivata dopo un indagine della Procura della Repubblica che si è avvalsa, dopo le denunce di alcuni cittadini, anche di una agenzia investigativa.

Concludiamo con un grosso “in bocca al lupo” ai nostri colleghi in attesa di occupazione e con la speranza che sempre più spesso vengano alla luce queste situazioni per dimostrare all’opinione pubblica che gli infermieri, per vocazione, sono e saranno sempre al servizio chi ne avrà bisogno, magari per riacquistare quella fiducia nei nostri confronti che gli ammalati hanno in parte perso.


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