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Pronta disponibilità obbligatoria nei reparti per sopperire le carenze di personale infermieristico

PESCARA-Esplode per il manager della Asl di Pescara, D’Amario, la grana della "pronta disponibilità" obbligatoria del personale infermieristico nei reparti. La delibera che la dispone e la regola - secondo il segretario provinciale del sindacato di categoria Nursind Antonio Argentini - è di fatto illegittima, tanto da chiederne l’immediata sospensione. «La pronta disponibilità - ricorda Aregentini alla Asl - è un istituto che non nasce per sopperire alla “copertura” totale di interi turni o per aggiungere nuovi turni di lavoro per la copertura posti di organico ma si giustifica ovunque solo per brevi richiami in servizio per far fronte a prestazioni lavorative non programmate, imposte “da eventi sopravvenuti di carattere eccezionale”». Secondo la sigla sindacale, la delibera n.829 del 30 luglio prevede invece «illecito l’utilizzo “a tappeto” degli infermieri in pronta disponibilità con evidente abuso dell’istituto, così come statuito dalla Corte dei Conti nel 2013». Insomma è scontro sulla vicenda che - dalle parole di Argentini - sembra precludere a un’azione di carattere legale. «E come se si volesse sollevare la Direzione Infermieristica della ASL Pescara - aggiungono dal Nursind - dal “fastidio” di dover coprire un turno scoperto, risolvendo il problema in modo semplice istituendo la reperibilità dipartimentale infermieristica, accollando tale disagio ai già massacrati Infermieri». Argentini elenca una serie di irregolarità nel provvedimento firmato dal manager Claudio D’Amario: il mancato ricorso alla concertazione con i sindacati, la violazione del contratto nazionale di lavoro che prevede la Pronta disponibilità solo per sale operatorie e strutture di emergenza, la violazione della normativa italiana ed europea che dispone 11 ore di riposo tra un turno e l’altro di lavoro e un riposo continuativo di 35 ore nell’arco della settimana. La protesta del Nursind si basa anche sui dati relativi alle sanzioni raddoppiate per il mancato rispetto dell’orario di lavoro e dei riposi. A tal proposito Argentini ricorda ai vertici dell’azienda sanitaria che il contratto collettivo nazionale recita che ai lavoratori va accordata «una protezione appropriata tale da permettere di evitare che gli stessi, per stanchezza, fatica o altri fattori che perturbano l’organizzazione del lavoro, causino lesioni a se stessi, ad altri lavoratori o a terzi o danneggino la loro salute, a breve o a lungo termine. La risposta alle carenze di organico non va coperta richiedendo maggiore impegno lavorativo a chi già oggi salta riposi ed è sottoposto a continui stress lavorativi ma semmai affrontata con una diversa gestione delle attività e delle risorse umane tramite adeguate assunzioni del personale a copertura del turn over. Questi tagli incidono pesantemente sui servizi ai cittadini con standard di qualità offensivi, sottomettendo gli infermieri a turni pesantissimi e senza ridurre alcuna spesa, che viene anzi gravata da lauti compensi che gli amministratori percepiscono come incentivi oltre allo stipendio (tipo 90.000 euro,euro 54.000 etc.)».

Fonte: iltempo.it

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