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Selfie col cadavere: infermiera accusata di omicidio. Spuntano le foto

RAVENNA – Due foto conservate nel telefonino. Nella prima l’infermiera Daniela Poggiali si fa un autoscatto accanto a una donna anziana appena morta, con la bocca ancora aperta. Daniela la imita, apre la bocca anche lei, in una posa inquietante.

Nell’altra sorride, sempre accanto alla stessa signora morta, aggiungendo una didascalia beffarda alla sua posa a pollici alzati in segno di vittoria: “Brr, mmh, la vita e la morte, mmh”. Daniela Poggiali è infermiera di 41 anni di Lugo, Ravenna, finita in carcere con l’accusa di omicidio aggravato dai futili motivi e per vilipendio di cadavere.

In altre parole: avrebbe ucciso almeno una paziente dell’ospedale nel quale lavorava, ma il sospetto degli inquirenti riguarda altre 38 morti. Troppi morti in quel padiglione, soprattutto quando Daniela era di turno. Di notte poi era sola nel reparto, nessuno a vedere cosa facesse a parte i pazienti. Per l’accusa Daniela si liberava dei pazienti più impegnativi. Quelli che si lamentavano, quelli che richiedevano costanti cure e attenzioni.

E poi era vendicativa: dare una dose di purgante a un paziente significa che gli infermieri di turno il giorno dopo sono costretti a pulire. E poi quelle foto, che le hanno fatto guadagnare anche l’accusa di vilipendio di cadavere.

«Chi è capace di farsi fotografare così — dice il procuratore Alessandro Mancini — è capace di fare molte altre cose». Davanti al gip Daniela è sembrata serena e sicura di sè: ha detto che è tutto un complotto, che non si può dimostrare che sia stata lei. E ha ragione: nel caso di cui è accusata la paziente è morta per una iniezione di cloruro di potassio. Uccide in breve e sparisce dal corpo nell’arco di massimo 48 ore. In questo caso, dopo mesi di sospetti, i medici e gli inquirenti si sono mossi subito e hanno riscontrato la sostanza, da lì è scattata l’indagine. Negli altri 38 casi sarà difficile dimostrare l’eventuale avvelenamento.

Finte: blitzquotidiano.it


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